È in libreria da alcune settimane l’ultima pubblicazione della scrittrice e poeta Laura Ricci, un piccolo libro singolare e prezioso edito dalla LietoColle, casa editrice a cui la Ricci è affezionata e con cui ha pubblicato precedenti lavori di poesia e narrativa (Voce alla Notte, La strega poeta, Dodecapoli).Con questa ultima pubblicazione, “e Io sono una Rosa”, Laura Ricci si misura ancora una volta con il discorso poetico, accostandosi in modo del tutto originale alla non facile scommessa della traduzione. La chiave di lettura, già racchiusa nel titolo del libro mutuato da un verso di Emily Dickinson, è esplicitata dalla stessa autrice, insieme al senso profondo e profondamente strutturato del lavoro, in una breve introduzione.
Traducendo, non da esegeta ma da poeta, diciotto grandi poeti e poete che hanno scritto della Rosa dalle lingue studiate e letterariamente praticate – francese, inglese, spagnolo – Laura Ricci lancia, secondo la sua concezione di “poetica dell’amorosa costrizione”, una sfida non da poco, sia pure nell’umiltà di ascolto e di traslazione che la traduzione richiede: rispettare – “nell’epoca in cui tutto può essere infranto e permesso, in cui anche la parola rimbomba e risuona nella più ampia, talvolta perniciosa libera approssimazione – etica, comunicativa, stilistica” – rispettare, dei componimenti scelti, “non tanto e non solo il senso, quanto la loro stessa costrizione amorosa: la forma, il ritmo, la rima, la musica”. Come spiega la traduttrice-autrice, se in Dodecapoli a segnare la strada sono state le architetture e gli spazi, in questo lavoro a costringere gentilmente sono le rose e, con loro, la struttura formale in cui da alcune grandi voci poetiche sono state racchiuse. Ma la grazia e la complessa simbologia della Rosa non si limitano, in questo libro, al registro puramente linguistico. Per sostanziare la grazia della Rosa e delle rose Laura Ricci si affida al giardino di Walter Branchi, definito “rodologo gentile e nella sua ricerca lietamente rigoroso che, delle rose, sente da sempre la voce e la musica”. E “in amorosa costrizione, osservando e annusando le sue specie, come nel balzo metamorfico di Emily Dickinson” trasforma ogni poesia in una rosa: o meglio, in una donna-rosa, sostanziata dalle immagini delle magnifiche specie di Walter Branchi, di cui vengono poeticamente e sensualmente descritte anche le qualità. Un vero e proprio catalogo di virtù, concluso da una struggente contaminatio poetica in cui l’autrice-traduttrice innesta, su un suo componimento originale, celeberrimi versi sulla Rosa, da Ciullo d’Alcamo a Jorge Luis Borges.
Un libro dono e un livre de chevet da leggere, rileggere e rimirare, per i versi, le immagini e l’insieme della bella e raffinata edizione. I poeti e le poete tradotti sono: Guillaume de Lorris, Clément Marot, Garcilaso de la Vega, Pierre de Ronsard, Luis de Góngora, William Shakespeare, Lope de Vega, Sor Juana Inés de la Cruz, William Blake, Marceline Desbordes-Valmore, Percy Bysshe Shelley, John Keats, Leconte de Lisle, Emily Dickinson, Christina Rossetti, Paul Verlaine, John Boyle O’Reilly, William Butler Yeats.