di Ornella Cioni
da Leggendaria n. 117
Viaggio nella luce, come avverte già la pagina introduttiva.
Si è colti da un leggero stordimento leggendo, presi da meraviglia per il susseguirsi di immagini, abbagliati da acque smeraldo e cieli cobalto, mari grigi e cieli di perla, mascheretti e basse maree. Il ritmo sostenuto come il susseguirsi di scatti fotografici e la sospensione di un fermo immagine si alternano, poi a tratti si rallenta come se ci sedessimo a sfogliare un grande album di foto riuscite.
Anche il ritmo della narrazione sembra a volte accelerare, ma poi rallenta per ascoltare il lamento del cuore, come sulle coste della Cornovaglia quando solo il caldo liquido di una tazza di tè e l’attesa di una prossima fioritura rigogliosa sciolgono la morsa dolorosa della nostalgia d’amore.
Nel faticoso viaggio ci abbagliano i monumenti passati e le imprese titaniche di chi commemorano, ma nell’implacabile breve spazio di una quartina o terzina e di un distico c’è posto anche per le piccole consolazioni dell’affaticato viaggiatore: i golosi pastéis divorati tra gli azulejos dell’Antiga Confeitaria di Lisbona o la sorte di una piccola ciliegia, se sei fortunato, nel bicchierino di Ginjinha.
Il sublime e il materiale, il fasto del passato e la banalità dell’oggi: il castello di Obidos, dote delle regine del Portogallo è oggi una Pousada, ma i tuffi audaci dei bambini dal ponte do Infante riscattano la decadenza ancora colorata di Porto.
Se il mistero della Saudade è svelato alla poeta dal canto di Coimbra, la Provenza ha impastato il suo cuore mediterraneo, lì lei ha “masticato segni e lingua”, ma in Provenza ha anche percorso sentieri “con buone scarpe in marcia”.
È un gioco della memoria quello che si trova a giocare il lettore, intrecciando i propri ricordi di viaggio a quelli della poeta, gara di memorie personali e reminiscenze letterarie, storiche, artistiche, quelle che Laura Ricci richiama nella sapiente ricostruzione dei suoi viaggi.
Le piccole scene di vita quotidiana incantano il turista come il lettore, ma improvvisamente irrompono l’oggi (tablet e cellulari), incurante del luccichio turchese del mare e il finto folklore della movida notturna che ha già scordato il “mistero sospeso” del tramonto sulla città vecchia.
Ma il viaggiatore non si ferma, tra lenti paesaggi e incontri inaspettati: dietro un angolo c’è Assam che infila pietre dure. E poi il viaggio stesso è già un balsamo
“non saranno né voti né effigi a consolare
ma il nitore di calce candido tra mare e cielo
la sovrana luce
le sfilettate pungenti palme”
La lenta fatica del viaggio è un guadagno continuo, ma non sempre se ne è consapevoli e allora bisogna sapere “prendre son temps”.
Sono grani di saudade quelli che la strega poeta sparge con preziosa parsimonia, ma il messaggio arriva chiaro
“…masticare i petali
decantare vivere credere”
e ancora
“passeggiare – soleggiare – oziare lenti”
La saggezza però non è una conquista per sempre, l’amore torna a spaccare il cuore, ma ancora una volta il viaggio ci soccorre
“come martire squarciata
da raggi di sole iodio respiro
a medicare ferite d’amore”
L’amore torna, torna in ogni contrada, di nuovo l’incontro inaspettato, con la bora che soffia a Venezia, davanti a un “improbabile gelato” “due amanti si baciano al pistacchio”.
Accanto alla saudade l’ironia, il sublime e il materiale, le visioni e farina e lievito, la gentilezza e la cura: alla fine del libro bisogna come sempre nei libri di Laura Ricci tornare alla prima pagina per chiudere il cerchio.
Il libro contiene un vero e proprio erbario all’interno di diverse poesie e le belle tavole di Salvatore Ravo, che, ora delicate ora forti, accompagnano con piena sintonia il ritmo della narrazione poetica.
È un libro che vuole viaggiare, per questo troviamo sotto ogni poesia la riscrittura che l’autrice stessa ne ha fatto in inglese, lingua franca del viaggiatore esperto.
Un ultimo sguardo a Venezia prima di chiudere la nostra guida dei sogni, con la consapevolezza di aver trovato un altro livre à chevet che illuminerà i nostri giorni grigi e le nostre notti opache.
Laura Ricci – Salvatore Ravo
In viaggio. Grani di Saudade – Travelling. Beads of Saudade
La Vita Felice, 2015