di Davide Pompei da Orvietonews.it
Si definisce “viaggiatrice appassionata“. Ama luoghi, lingue, ritmi, parole, persone. Senza gerarchie. Ma con la convinzione che si possa e si debba viaggiare anche dalla propria stanza e dal fondo di sé. È uno spostamento in senso fisico, però, oltre che un moto dell’anima quello che venerdì 24 giugno porterà Laura Ricci alla 17esima edizione delle “Residenze Estive” di Duino.
“Un luogo multiculturale, meraviglioso crocevia di incontri residenziali di poesia e letteratura, a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia organizzati dalla rivista e associazione culturale Almanacco del Ramo d’Oro e Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico“, dove a ridosso del giorno più luminoso come il Solstizio d’Estate, anche in un anno bisestile come il 2016, presenterà i suoi versi che, insieme ai segni pittorici di Salvatore Ravo, hanno generato “In viaggio. Grani di Saudade“, edito da La Vita Felice.
Una Via Lucis – per struttura liturgica, fuori da ogni intento confessionale – di 250 pagine bilingui che si dispiega in 14 stazioni, 14 opere pittoriche, 168 pometti, tutti di 6 versi, 12 per ogni stazione contraddistinta da un verbo di luce. Parole serrate, a scandire essenzialità. A sottolineare la forte suggestione del linguaggio. A segnare – come è proprio del sentimento della Saudade – la nostalgia e l’insistere della presenza. “Non di una terra propria – spiega l’autrice – ma di tutte le terre che, contaminandosi, confluiscono nel tremore di un caos senza confini“.
E se martedì 21 giugno alle 18.30 la presentazione è all’Antico Caffè San Marco di Trieste, al civico 18 di Via Battisti, alcuni suoi testi poetici saranno letti al tramonto anche domenica 26 giugno, a San Martino del Carso. Il progetto nel quale è inserita come poeta e che ha anche tradotto in inglese per la Casa della Poesia di Monza per Expo 2015, poi, ha per titolo “Percorsi di-Versi” e conta trenta diverse voci autorevoli della poesia contemporanea italiana.
Raccolto in una pubblicazione dopo la smobilitazione dei pannelli dal Parco di Monza, costituirà un cofanetto che, da martedì 28 giugno, sarà in vendita presso il bookshop presente nel Parco della Villa Reale di Monza. A luglio, invece, tappa letteraria a Torino. Nel mese di agosto, libro e mostra con le tavole originali realizzate da Salvatore Ravoarriveranno alla Rocca di Ficulle. Lontano e vicino dai luoghi di casa. Perché, annota Claudio Magris, “il cammino è lungo, anche se ci si sposta soltanto dalla cucina alla stanza che guarda verso occidente“.
E proprio lo scrittore triestino, neo-vincitore del Franz Kafka Prize 2016, ha avuto modo di leggere e apprezzare il lavoro, fino a definirlo “un bellissimo poema, un’Odissea che non è né partenza né ritorno, ma un navigare nell’Essere“. Un ondivago peregrinare, dunque, che trova nell’atto stesso del viaggio il suo equilibrio, per sovvertire il rassicurante stagno, il senso immateriale di confine. E un confronto, una contaminazione tra lo spirito della Mitteleuropa e delle sue letterature con la sfida, l’apertura – e dunque l’attenuazione di ogni identitarismo – che invece rappresenta il mare.
“Se il mare è sconfinamento, elemento di esplorazione e contaminazione di popoli e culture – sostiene Ricci – se altrettanto liberamente si articola, con i suoi numerosissimi rimandi, la materia, i confini sono segnati, invece, dalla rigorosa struttura dell’opera. Con l’inglese come lingua passe-partout, a fare da ponte tra l’Europa e l’Oriente. Per parlare a diverse appartenenze. Tema dei cinque giorni del seminario duinese di quest’anno, è proprio ‘Confini, vecchi e nuovi’, nell’incantevole borgo delle elegie di Rilke e in una città di frontiera come la Trieste di Saba. Con una puntata anche verso la Slovenia, dove visiteremo la casa-museo del grande poeta sloveno SreÄko Kosovel“.
“In questo mio ultimo libro – aggiunge – il punto di vista è volutamente quello di un poeta narratore che si mimetizza nei luoghi e in tutto quello che contengono: mito, storia, cultura, civiltà, natura. Chiaro è che sulla carta c’è molto di me e delle mie passioni. Le pennellate di Monet, i paesaggi della Provenza, Isotta, Teseo, il gusto sia delle piccole cose sia delle ardite esplorazioni, spaziali o interiori, quelle compiute o da compiere. Nel cammino di ognuno, c’è una ricerca di mondi narrativi. Nel libro, c’è molta nominazione e un’accurata scelta dei termini più evocativi.
Anche dietro espressioni apparentemente lineari, come ad esempio ‘blu profondo’, si aprono sotto-testi e rimandi che, nello specifico, alludono alla ricerca ascetica della comunità dei monaci ortodossi del Monte Athos. Sono consapevole di aver strutturato un ‘poema’ impegnativo, carico di significati, ma si presta a più chiavi di lettura e può essere vissuto a vari livelli, anche semplicemente narrativi e emotivi. Anche nella lingua, ci sono luoghi interi che, Magris insegna, sono già da soli un lungo e appassionante viaggio. E in un luogo, tante lingue convivono e provano a dialogare“.