di Jacopo Teodori da Orvietonews.it
Sabato 14 novembre, presso la sala del Carmine, è stato messo in scena lo spettacolo “Frammenti di esistenze amorose”, tratto dal libro di Laura Ricci “Insopprimibili vizi”.
Lo spettacolo è essenziale ma la sua bellezza sta anche in questa sua essenzialità. I testi, tratti dal libro di Laura Ricci, sono varie storie d’amore che è dunque il tema portante. L’amore qui non è tuttavia mai banale, ed è qui la forza delle parole e dei dialoghi.
In un periodo in cui la mediocrità sembra regnare sovrana ovunque, inevitabilmente anche la scrittura ne risente; ed ecco che gli autori più vari mettono la parola amore, una parola così piena di complessità, così paurosamente profonda, su tutte le copertine dei loro libri. L’amore che viene descritto, poi, è quasi sempre quello giovanile, legato spesso a fin troppo ovvi luoghi comuni. La parola amore dunque viene maltrattata, abusata, abbreviata, privata delle sue mille sfaccettature.
Nello spettacolo “Frammenti di esistenze amorose” la parola amore r-esiste invece in tutte le sue sfaccettature, è poi un sentimento provato da persone adulte, dunque sentimento maturo. Ecco che vengono narrate storie diverse e diversi tipi d’amore: l’amore intellettuale; l’amore riscoperto dopo un tempo lungo in cui si era assopito; l’amore libero tra una donna matura e un uomo più giovane; l’amore proibito tra una donna e il suo amante; le sofferenze di chi ama, le gelosie. Ci si perde nel mare ma, più che un moderno Ulisse, si sente che protagonista del viaggio è una moderna Penelope. Anche questo particolare è interessante, non è l’amore raccontato da un uomo ma da una donna. Forse è proprio questo che dà quelle sfumature inattese che toccano profondamente lo spettatore.
Il tutto viene recitato dalle stupende voci di Enrica Rosso e Daniele Barcaroli. Una parte notevole del merito della riuscita dello spettacolo va anche a loro, che riescono ad avere una recitazione straordinariamente coinvolgente. Non è facile tenere alta l’attenzione per circa un’ora e mezza senza scenografia e senza effetti particolari, loro ci riescono.
La ciliegina sulla torta sono le musiche di Sandro Paradisi. Il musicista orvietano ha scritto i pezzi che esegue tra i vari racconti appositamente per lo spettacolo. La sua fisarmonica risuona con passione, non sottolinea banalmente ciò che le parole hanno poco prima detto, ma le esprime nuovamente sotto forma di musica. Anche la musica, dunque, con il suo linguaggio parla d’amore.
Uno spettacolo molto coinvolgente e sconvolgente per l’animo di chi lo ha visto. Si aspettano repliche future.