Nell’ambito degli eventi dell’Agosto Ficullese, l’ormai consolidata manifestazione organizzata ogni anno dal Comune di Ficulle, sarà in allestimento dal 7 al 27 agosto 2016, nella Rocca dell’antico borgo, la mostra di pittura “In viaggio. Grani di Saudade”, collegata al libro omonimo di Laura Ricci e Salvatore Ravo, pubblicato dalle edizioni La Vita Felice, Milano. Si tratta di un volume bilingue, composto sia in italiano che in inglese, che si dispiega attraverso 168 poemetti della scrittrice Laura Ricci, corredati da 15 opere pittoriche realizzate dall’artista Salvatore Ravo per dare vita alla copertina del libro e alle quattordici tavole di immagini che lo arricchiscono.
Nella mostra sono esposte le tavole pittoriche originali di Salvatore Ravo e altre opere a tecnica mista e ad acquarello ispirate al tema del viaggio, tutte accompagnate da poemetti a tema, sia in italiano che in inglese, estratti dal libro.
La mostra sarà inaugurata domenica 7 agosto 2016 alle ore 18,00 alla Rocca di Ficulle nell’ambito delle iniziative connesse a “Calici di Stelle” 2016, contestualmente alla presentazione del volume In viaggio. Grani di Saudade / Travelling. Beads of Saudade. Introdurrà Mario Morcellini, ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università La Sapienza di Roma; interverranno gli autori Laura Ricci e Salvatore Ravo; visita guidata con reading in italiano e inglese a cura di Laura Ricci e Erika Pauli e con musiche del Maestro Francesco Pecorari al Sax.
Sabato 27 agosto 2016 invece, per il Finissage della mostra, alle ore 18,00 alla Rocca di Ficulle, performance di Salvatore Ravo, che dipingerà dal vivo usando la madre del vino, con letture a tema sul vino in varie lingue e musiche a cura del Maestro Vittorio Tarparelli.
Sia nel libro che nella mostra, il viaggio in versi e in immagini di Laura Ricci e Salvatore Ravo traccia un itinerario di colore e di luce attraverso terre situate lungo la più antica e appassionante direttrice di sfida, conoscenza e scambio, il mare. Lo fa ricalcando la struttura liturgica e la configurazione in 14 stazioni della Via Lucis per condurre, fuori da ogni intento confessionale e attraverso la metafora del cammino, alla constatazione che il dolore non costituisce la meta e l’approdo della vita degli umani, ma un passaggio che deve portare alla liberazione e alla gioia. Attraverso una reale mappatura, che nelle tavole pittoriche è talvolta simboleggiata dallo sfondo realizzato su mappe del Settecento, partendo dal castello di Amleto l’itinerario tocca, con tratti di luce e innumerevoli rimandi, Scandinavia, Normandia, Bretagna, Cornovaglia, Portogallo, Provenza, terre di Partenope, Sicilia, Malta, Rodi, Turchia, Grecia, terre d’Otranto. Per approdare a Venezia, quattordicesima risplendente stazione e luogo-ponte tra Occidente e Oriente.
Apprezzato da Claudio Magris che lo ha definito “un bellissimo poema, un’odissea che non è né partenza né ritorno, ma un navigare nell’Essere”, questo lavoro si contraddistingue per l’essenzialità e la forte suggestione del linguaggio, così che come affermano gli autori “non importa comprendere tutto ma, come nel mito o nella mistica, l’attitudine migliore è abbandonarsi al viaggio, procedere, lasciarsi penetrare, sentire”. Per lasciarsi andare all’inevitabile sentimento di Saudade che, nel libro, viene snocciolato di stazione in stazione come i grani di un rosario.