di Laura Ricci dalla rivista Il Ponte rosso N.18 pag. 40
Si è svolta a Trieste, nei giorni 17, 18 e 19 Ottobre 2016, la IX edizione delle Giornate di Cultura Cipriota in Italia, organizzate dall’Associazione dei Ciprioti in Italia NIMA presieduta da Alexandra Zambà: ogni anno in una città diversa, per far conoscere in modo diffuso la cultura cipriota e l’apporto di collaborazione e confronto con la realtà socio-culturale italiana dei Ciprioti che vivono nel nostro Paese. L’edizione 2016, organizzata in collaborazione con la sezione dedicata al caffè del Museo Commerciale di Trieste curata da Gianni Pistrini, rapportandosi a una lunga consuetudine di traffici marinari tra Cipro e Trieste si è accentrata intorno all’avvincente tema “Letture e viaggi, la rotta tra Cipro e Trieste. Il caffè Agorà di incontri”.
Che Trieste sia un importante fulcro della storia e della cultura del caffè è ben noto: per costume e tradizione, e per quella consolidata economia che ha permesso loro di radicarsi; altrettanto accade nella Repubblica di Cipro. Nella bella isola del Mediterraneo, infatti, il caffè, che viene preparato alla greca con il metodo Ibrik, è non solo una bevanda popolare universalmente diffusa e in certa misura magica – si annoti la tradizione della lettura dei fondi nel residuo della tazzina – ma una solida attività economica. Come veicolo di socialità inoltre, se a Trieste i Caffè sono stati e sono ancora luoghi di elaborazione culturale e di discussione politica, a Cipro costituiscono addirittura una sfida: basti pensare ai vivaci Caffè culturali delle località più importanti – Larnaca, Limassol, Paphos – e al fatto che in pieno centro, nella città divisa di Nicosia, sulla linea verde è proprio un rinomato Caffè mondano che insiste, dove i Greco-Ciprioti vanno a presidiare, in pace ma con ostinazione, il territorio di cui sono stati espropriati con l’invasione turca del 1974.
È anche questa dolorosa e tuttora irrisolta vicenda storica, che ha determinato l’esodo bidirezionale della popolazione greco-cipriota dal nord e quello della popolazione turco-cipriota dal sud dell’isola – un esodo che per le vicende storiche legate all’Istria e alla Dalmazia una realtà come Trieste può ben immaginare – ad aver suggerito un avvicinamento tra le due società: una rotta di somiglianze non solo rispetto ai commerci, ma anche a imposte migrazioni. A Cipro l’invasione turca della parte nord ha rafforzato, a sud, il radicamento dei Ciprioti alla lingua e alla cultura greca, e questo spiega quanto la Comunità Greco-Orientale di Trieste e la Fondazione Ellenica di Cultura abbiano partecipato con vicinanza e entusiasmo alla tre giorni di cultura cipriota.
Intorno al tema del caffè la giornata centrale del 18 Ottobre ha visto la stipula di una partnership tra la sezione caffeicola del Museo Commerciale di Trieste e quella similare del Museo Civico di arti e tradizioni popolari di Deryneia, con la sottoscrizione di un protocollo da parte dei curatori Gianni Pistrini e Andros Karagiannis; partnership che si aggiunge a quelle che, a partire dal 2004, il Museo triestino ha stabilito con altre realtà museali europee. Contestualmente è stata inaugurata al Museo Commerciale di Via San Nicolò 7 una piccola ma significativa Mostra dedicata alla tradizione del caffè cipriota, che resterà in allestimento fino al 18 Dicembre 2016. La Mostra “Cipro in una tazzina di caffè” traccia il racconto della quotidianità di un popolo incastonato tra Oriente e Occidente attraverso una bevanda conviviale: gli oggetti che la compongono parlano di multiculturalismo e di amicizia, di Cafeneion generosi in confidenze, aneddoti, saggezza distillata dall’ozio. A Cipro come a Trieste, nei Caffè storici si sta seduti a guardare il tempo che si consuma e passa, in un’arca di accoglienza condivisa da persone dalle opinioni diverse che, manifestate a voce alta oppure sommessamente, esprimono la molteplicità di un mondo vivo e pulsante. Per questo non sono mancati momenti nei Caffè storici, dal Tommaseo agli Specchi: tre pomeriggi di musica e letture in cui insieme poeti triestini come Claudio Grisancich, Sandro Pecchiari e Ezio Solvesi, o ciprioti come Alexandra Zambà, hanno declinato versi in italiano, greco, triestino e sloveno, accompagnati dall’antica musica bizantina del giovane e valente liutista Christo Chimonides. Tra i pomeriggi al Caffè, particolarmente intenso quello al San Marco, dedicato alla presentazione del volume “Poesie di Frontiera” (ed. La Vita Felice), esito del Laboratorio “Poesia e Ombre” tenuto da Zambà presso il Centro Diurno Boemondo del DSM della ASL Roma1, con cui l’associazione NIMA collabora. Il collegamento stabilito con Trieste, realtà notoriamente avanzata nel campo dei servizi rivolti alla salute mentale, ha inevitabilmente determinato un avvicinamento al Centro Diurno Diffuso della città giuliana da cui è a suo tempo partita la deistituzionalizzazione manicomiale, sostituita da percorsi di riconoscimento del protagonismo e dei diritti delle persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale. Dal Centro Diurno Boemondo di Roma, diretto dalla Dottoressa Cinzia La Marra, è stata così avanzata la proposta di stabilire un gemellaggio con il Centro Diurno Aurisina, con l’obiettivo di poter aprire un confronto tra esperienze comuni: un incontro di frontiera, quello tra i due centri, anch’esso suggellato da una partnership in vista di future collaborazioni, con il confine tracciato dal viaggio nei meandri della psiche, non per segnare separazioni ma per stabilire scambio e relazione.
Un’altra collaborazione di grande significato è stato l’avvio di un gemellaggio tra il Liceo “Aghios Stylianos” di Nicosia e il Liceo Statale di lingua slovena “France Prešeren” di Trieste, con la sottoscrizione di un atto ufficiale firmato dai dirigenti delle due scuole Alexis Alexandrou e Loredana Gustin, e la presenza di una delegazione di studenti ciprioti ospitati da coetanei del Liceo Prešeren, anche in questo caso nell’intento di sviluppare future condivisioni.
Con una risposta di grande interesse e partecipazione, Trieste si conferma città accogliente e di grande apertura, una vera Agorà di stimoli e di incontri che fa onore al suo ben noto presentarsi come vivo e affascinante crocevia di identità e culture.