Sono contenta di ospitare, in questo spazio, uno scritto di Gabriella Musetti, poeta, scrittrice e da sedici anni organizzatrice di “Residenze Estive- Incontri residenziale di poesia e letteratura a Trieste e in Friuli Venezia Giulia”. Ho partecipato a questa ricca e coinvolgente esperienza nelle ultime due edizioni, trovandovi grande arricchimento umano e spunti preziosi di riflessione e di lavoro. Queste note di Gabriella Musetti, da lei postate su Facebook, mi sono sembrate interessanti e stimolanti; ringraziandola per il suo impegno sociale e culturale in questa e in molte altre iniziative, le riporto dunque di seguito, con il suo consenso, per sottrarle al flusso veloce e dispersivo di Facebook e perché sia più facile reperirle se vorremo rileggerle o cercarle per qualche scopo. In fondo all’articolo troverete una galleria fotografica di qualche momento dell’Edizione 2017 (Duino, Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico e dintorni, 21-26 giugno 2017).
Residenze Estive: una sintesi e un bilancio provvisorio, dopo sedici anni
di Gabriella Musetti
Un amico, Luigi Nacci, qualche tempo fa sul suo blog (nacciluigi.wordpress.com), a proposito di un certo festival che aveva deciso di lasciare, scriveva: “Un festival è, a mio modesto modo di vedere, simile a un’opera. Un’opera deve poter resistere ai tempi, e per fare ciò deve avere un nucleo centrale forte che la ispira: una poetica”. Condivido appieno questa idea. È quanto, da anni, cerco e cerchiamo di fare alle Residenze Estive, incontri residenziali di poesia e letteratura.
Ci sono tanti luoghi dove si celebra la letteratura, si fanno letture, musica, performance, si discute di libri, si sta insieme, ci si confronta, ci si diverte, spesso ci si esibisce. Non dico che non siano buoni luoghi, interessanti, pieni di stimoli. Vale la pena frequentarli, anche se a volte sembrano piuttosto assemblaggi di un numero cospicuo di occasioni eterogenee, dove tutti abbiano il loro posto e ogni avventore trovi qualcosa che lo possa sedurre.
Un’idea è un’idea, e l’idea che sta alla base delle Residenze Estive è la lentezza, il tempo disteso, le possibilità di incontro informale con chi ci sta, tra un momento e l’altro del programma. E la collaborazione: tutti e tutte si mettono in gioco nell’operare. Chi si alza per primo al mattino fa il caffè per tutti, chi vuole la colazione se la prepara e magari la prepara per qualcun altro. Lo scambio avviene così, nella quotidianità normale di alcuni giorni passati assieme, negli stessi luoghi magnifici carichi di energia e poesia: Duino, la sua costa rocciosa, il sentiero Rilke, le risorgive del Timavo, il Carso. E parola-chiave allora è la bellezza.
I luoghi cambiano perché da un centro fisso che resta Duino ci si muove per le letture poetiche in altri posti, ogni anno diversi, del Friuli, della Slovenia, dell’Istria, e spesso si ritorna in luoghi amati. Anche questo movimento di andata e ritorno ha una sua ragione: si allinea ai battiti del cuore, crea condivisione, diventa una esperienza consumata insieme, un granello che tiene. Non ci sono protagonismi egotici, generalmente, alle Residenze Estive, ci si ascolta, si parla, a volte si dissente, ma è questa esperienza diversa, collettiva, condivisa, che dura un tempo determinato e si svolge nella quotidianità, per chi ha deciso di starci, a fare la differenza. Una esperienza che incide, resta nella memoria, è termine di paragone. Un punto fondamentale che si è aperto da alcuni anni attraverso il rapporto con LeggereDonna ed è divenuto programmatico nella collaborazione avviata due anni fa con la SIL (Società Italiana delle Letterate) è il confronto con il pensiero delle donne.
Nei seminari di mattina si affrontano temi specifici, si dibatte, si vedono filmati, sono aperti spazi di analisi non rituali, non codificati, spesso sorprendenti. Non tutti li frequentano, d’altro canto non esiste una prescrizione, essendo la libertà un’altra parola-chiave della manifestazione. Ma spesso proprio per ascoltare quei seminari vengono persone, donne e uomini, del luogo o dalle città vicine: Gorizia, Monfalcone, Trieste, Udine. C’è una richiesta forte di confronto sul piano intellettuale ed etico con un pensiero che ha ormai una sua tradizione consolidata, ma è capace di innesti e aperture vertiginose che offrono uno sguardo diverso sulla contemporaneità, sui cambiamenti in atto, sulle prefigurazioni future.
Duino – San Giovanni in TubaLa scelta di Residenze Estive è stata quella di avviare e continuare quel confronto, come luogo terzo, di apertura alle possibilità di dialogo e di conflitto proprie della complessità, riconoscere i molteplici posizionamenti dando spazio e agio a diverse letture. Le interrogazioni sono quelle, stringenti, che attraversano il mondo contemporaneo, la società, la cultura, la vita delle persone.
La poesia circola liberamente, si ascolta, si legge, si dice. Rimane tra le persone come un’eco che scava, si introduce nelle menti e trova fessure da ampliare, corridoi da perlustrare, mostra la sua potenza di voce nascosta e mobile, che incalza; non dà tregua.
Non è facile trovare sotto lo stesso tetto, per alcuni giorni, persone appassionate delle medesime passioni, che lasciano fuori dalla porta il loro ego narciso per scegliere di condividere con colleghi e colleghe le stesse passioni. È con questo spirito umile, di ricerca soggettiva che funziona la manifestazione. Anche Residenze Estive è cambiata nel tempo: ora è uno spazio più raccolto, in cui si dà maggiore attenzione ai dettagli, ai passaggi brevi, ai margini tra detto e non detto.
E poi c’è la presenza costante delle amiche, un gruppetto di amiche volenterose che sono il vero punto focale di tutta l’organizzazione pratica della residenza: prendono in mano le redini della routine quotidiana con una efficienza e una disponibilità così grandi, che non riuscirò mai a ringraziarle abbastanza.